Digiuno e autoguarigione

“La natura è un grande medico e questo medico l’uomo lo porta in sè.” – Paracelso

In Natura il digiuno significa autoguarigione. Una volpe, un lupo, un qualsiasi animale selvatico, se si ammalano o si feriscono non possono procurarsi il cibo, istintivamente cercano un rifugio per riposare e digiunare. Persino il cane e il gatto, animali domestici, non mangiano quando sono indisposti.
I bambini stessi conservano questa tendenza radicata e, al primo sintomo di malessere, rifiutano istintivamente il cibo. Può essere addirittura sorprendente vedere un cane, un gatto, o altro animale, rifiutare cibo per qualche giorno dopo aver partorito. Queste sono tutte manifestazioni naturali di autoguarigione.

Diciamo subito che il digiuno non è una cura e nemmeno una terapia: è “semplicemente” il riposo fisiologico dell’organismo, è autoguarigione in tutti i sensi!
In quanto riposo fisiologico, il digiuno permette all’organismo di autoguarirsi, fornendo al corpo l’opportunità di lavorare con meno sforzi.
Perciò ogni GUARIGIONE è in realtà solo AUTOGUARIGIONE e pertanto il digiuno non è una cura. Normalmente questo processo rigenerativo e di autoguarigione avviene di notte.

Differenza fra “Digiunare” e “Morire d’inedia”
“Bisogna riconoscere le differenze esistenti tra digiunare e morire d’inedia.

Digiunare significa astenersi dal cibo possedendo però le riserve adatte a nutrire i tessuti vitali; morire di fame significa astenersi dal cibo quando tali riserve sono già state esaurite, danneggiando, in tal modo, i tessuti vitali.

Vi sono dei segnali precisi che avvertono quando le riserve stanno per esaurirsi: la fame ritorna ad un’intensità tale da spingere la persona alla ricerca del cibo, mentre durante un digiuno appropriato non esiste desiderio per il cibo.

Tale differenza, tra digiunare e morire di fame, deve servire al lettore per dissipare il concetto che l’inedia si sviluppa quando si saltano i pasti.” – Dr. Herbert Shelton

Uno dei più famosi biochimici svedesi, il Nobel dr. Ragnar Berg, autorità in campo nutritivo, afferma: “Una persona può digiunare per lunghi periodi di tempo; so che gente ha digiunato per oltre cento giorni, pertanto non bisogna avere paura di morire di fame.


Fame o appetito?
“Prima di tutto bisogna distinguere LA VERA FAME dal FALSO APPETITO.

LA VERA FAME È IL BISOGNO FISIOLOGICO DI CIBO.

IL FALSO APPETITO È IL BISOGNO PSICOLOGICO DI CIBO.

LA FAME è l’insistente domanda di cibo che sorge dal bisogno fisiologico di nutrimento.
L’APPETITO invece è un forte desiderio di cibo che può essere il risultato di parecchi differenti
fattori esterni, operanti sulla mente e sui sensi.

  • LA PRIMA REGOLA di ogni vero sistema naturale di nutrizione dovrebbe essere:
    mangiare solo quando si ha veramente fame.
  • LA SECONDA REGOLA del mangiare corretto è:
    mangiate i cibi necessari a soddisfare la fame e poi fermatevi.

GLI ECCESSI SONO DANNOSI.

LA FAME è la voce della natura che ci annuncia che c’è bisogno di cibo.
LA FAME REALE È UNA SENSAZIONE DELLA BOCCA E DELLA GOLA.
Mangiare quando si ha veramente fame, è mangiare al MOMENTO OPPORTUNO.
Non esiste altra guida per sapere quando mangiare.

L’APPETITO è una fame contraffatta, una creatura dell’abitudine, esso non esprime i nostri bisogni,
ma i nostri voleri: non ciò di cui abbiamo realmente bisogno, ma ciò di cui pensiamo di aver bisogno…Mangiare quando non è tempo, o perchè è un dovere sociale, o perchè si è riusciti a stimolare un appetito, È UN’OFFESA AL CORPO.”
– Dr. Herbert Shelton

E come dice Edward Earle Purinton: La Fame non può essere creata, arriva da sé. Tutto ciò che ti chiede è di aspettare che arrivi, quindi soddisfarla e poi basta.


Cos’è la malattia?
La malattia è una violazione delle leggi naturali, e solo la Natura stessa può permetterci di tornare sulla retta via con l’autoguarigione.

“La malattia è uno sforzo del corpo per eliminare rifiuti, muco e tossine, e questo sistema aiuta la Natura nella maniera più perfetta e naturale.
Non è la malattia che dobbiamo curare, ma il corpo. Dev’essere ripulito, liberato dai rifiuti e dal materiale estraneo, dal muco e dalle tossine accumulati sin dall’infanzia.
– Arnold Ehret

La malattia cronica
È un processo continuo e persistente di autoguarigione del corpo.

Durante la “crisi di guarigione” possono manifestarsi vari malesseri quando il corpo cerca di disintossicarsi, questo è dovuto alle tossine in circolo che stanno per essere espulse.
La persona, non sapendo cosa sta avvenendo nel proprio corpo, corre subito dal medico il quale, di solito, gli dà la pastiglietta che in realtà non risolve niente, fa solo da tampone fin tanto che ha effetto. Questo modo sbagliato di affrontare la cosa, fermerà in effetti il processo di autoguarigione. Vedi anche La bugia alimentare.

Quando si introduce un cibo non adatto, lui lo attacca e attraverso la disintossicazione (autoguarigione) cerca di disfarsene il prima possibile, tenendo per sé solo ciò che gli serve. Se non si ferma la continua e persistente introduzione di cibi sbagliati, il corpo continuerà imperterrito il suo lavoro disintossicante e questi malesseri diverranno cronici
ed assumeranno i vari nomi inventati dalla medicina ufficiale.
Ma la cosa più ovvia è che la persona “che non sa”, ritiene che tutto ciò sia normale, come il fatto che gli ospedali siano sempre pieni.

Perciò, per favore, aiutiamolo nel suo processo di autoguarigione.

Continua alimentazione sbagliata Corpo che cerca continuamente ed inutilmente di disintossicarsi = Malattia cronica

Curiosità
– I più lunghi digiuni portati a termine da obesi sono stati quelli di due donne inglesi trattate dal professor Thomas Thompson presso lo Stobhill General Hospital di Glasgow. Una, di 54 anni, digiunò per 249 giorni, riducendo il suo peso da 128 a 94kg; l’altra, di 30 anni, digiunò per 236 giorni, scendendo da 127 a 83.

– Il dott. Sebastiano Mangano, medico chirurgo, è un digiunoterapeuta, lui sa molto bene che ciò equivale ad autoguarigione. Lo accreditano come il massimo esperto italiano, e forse europeo, di astensione volontaria dal cibo.
Alla domanda: “Se il digiuno fa così bene, perché non c’è un reparto ospedaliero, con lei primario, dove si pratichi solo quello?”
Risponde: “La medicina convenzionale rifiuta le terapie alternative…ci sono in ballo interessi economici e responsabilità enormi. Se come medico prescrivo i dosaggi giusti dei farmaci, sono a posto, posso spedire al Creatore chiunque e non avrò conseguenze. Ma se faccio digiunare un malato, mi sbattono in galera.”